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Telecamere e suolo pubblico

 

Le telecamere e la loro liceità sul suolo pubblico sono sempre stati un tema scottante, soprattutto in termini di violazione dei diritti della privacy. 

Infatti un sistema di telecamere a circuito chiuso TVCC che controlla il suolo pubblico con lo scopo di salvaguardare e proteggere i privati e i loro interessi, inevitabilmente registrerà le immagini di numerose persone, violando la loro privacy.

La parte difficile da giustificare è proprio il fatto che i soggetti coinvolti devono necessariamente accettare questa violazione, perché presenti nella zona sotto controllo e monitorata dalla videosorveglianza.

Gli impianti di videosorveglianza privati posizionati in aree pubbliche sono considerati di norma inaccettabili, se non illegali e spesso vietati. 

Si pensi anche alle motivazioni per cui si sceglie di installare sistemi con telecamere, scelte dettate dalla necessità di prevenire i crimini ad esempio.

Ma è anche vero che la prevenzione di crimini, furti e reati di vario genere, la sicurezza delle aree pubbliche è di competenza delle forze dell’ordine e non dei privati.

 

 

Alcuni Esempi

 

  • Il Sig. Rossi stufo delle continue orde di vandali, che in più occasioni hanno danneggiato i muri della sua casa, decide di installare delle telecamere alcune lungo il perimetro e altre che vigilano sulla strada davanti la sua abitazione.

In questo caso il Sig. Rossi dovrebbe disinstallare quelle che riprendono la strada perché di competenza delle forze dell’ordine.

Oppure dovrebbe fare richiesta per ottenere le dovute autorizzazioni al Comune, alla polizia o vigili o chi per loro.

Un caso differente lo si trova nel momento in cui la videosorveglianza delle aree pubbliche diventa legittima per la sicurezza di un’area privata.

  • Un istituto di credito installa una telecamera a circuito chiuso per monitorare la zona bancomat.

In caso in cui venisse registrata anche una porzione di strada pubblica da cui si ha accesso al bancomat, non ci sarà nessun illecito perché l’area privata non può essere salvaguardata senza quelle immagini e quelle registrazioni.

Dunque  l’interesse privato è preponderante nel monitoraggio del bancomat e la sua sicurezza è strettamente collegata alle immagini che riprendono anche la strada pubblica.

 

 

Il Garante

Abbiamo detto e ridetto che la videosorveglianza è strettamente collegata al codice della privacy in materia di protezione dei dati personali.

Lo stesso Garante si è pronunciato in diversi momenti con alcuni provvedimenti.

L’ultimo cui facciamo riferimento è stato emanato in data 8 Aprile 2010 e sostituisce il precedente del 2004.

Le immagini riprese avvalendosi di impianti di videosorveglianza rientrano nella categoria dei dati personali.

Chi fa uso di questi sistemi, deve pertanto attenersi al Codice in Materia dei Dati Personali, nel quale sono riportate le eventuali sanzioni a carico dei trasgressori.

Nel Provvedimento Generale si sancisce che chiunque installi un sistema di videosorveglianza, con posizionamento delle telecamere in suolo pubblico, deve debitamente informare chiunque si avvicini alla zona di ripresa con appositi segnali o cartelli.

In caso di funzionamento nelle ore notturne i cartelli devono essere opportunamente  illuminati e facilmente identificabili, devono riportare un simbolo o un’immagine che rimandi inequivocabilmente all’uso di telecamere, il nominativo di colui che detiene le registrazioni e il riferimento all’informativa completa riportata nell’articolo 13 del “Codice in Materia dei dati Personali”.

 

Prescrizioni 

Le prescrizioni dettate sono valide sia per i soggetti pubblici che privati e riguardano i concetti di privacy, liceità, necessità, proporzionalità e finalità.

Quindi le telecamere possono riprendere persone identificabili solo se non si possono utilizzare dati anonimi per raggiungere lo scopo prefissato. 

Allo stesso modo nel rispetto del concetto di liceità, sia i pubblici che i privati possono raccogliere le immagini solo se necessarie allo svolgimento delle funzioni istituzionali e per tutelare un legittimo interesse. 

Riguardo il principio di proporzionalità, invece, il Garante sottolinea che è ammesso archiviare e raccogliere le immagini tramite le telecamere in proporzione allo scopo da perseguire, laddove altri sistemi e misure di sicurezza risultino inefficaci ( vedi sistema d’allarme, controlli fisici o logistici…). 

Permangono le preiscrizioni sull’obbligo di adottare tutte le misure di sicurezza necessarie per la salvaguardia dei dati personali.

Nello specifico si intende evitare la perdita, la distruzione, la duplicazione o l’accesso abusivo alle immagini o l’uso delle stesse per scopi incoerenti con le finalità previste.

 

La Cassazione e le telecamere

E’ di pochissimi giorni fa la notizia secondo la quale la Cassazione si sarebbe pronunciata a favore dell’uso delle telecamere su suolo pubblico per difendere la propria casa e famiglia. 

I cittadini che le posizionano per tutelare la sicurezza dei loro beni, propria e dei familiari, non commettono alcun reato nei confronti delle altre persone che vivono o lavorano nella stessa strada. Per essere in regola con la legge, basta che appositi cartelli avvisino della presenza del sistema di videoripresa. 

Il caso riguarda due proprietari di alcuni appartamenti di un palazzo a Chieti.

Erano stati condannati a sei mesi di reclusione per “violenza privata”, perché avevano installato alcune telecamere nelle aree aperte al pubblico transito. 

Il vicinato non aveva gradito e aveva denunciato i due a causa del controllo esercitato dalle registrazioni stesse.

Ma la Corte di Cassazione contrariamente li ha assolti perché il fatto non sussisteva.

 

Conclusioni 

In conclusione possiamo affermare che è lecito installare un impianto di videosorveglianza se l’interesse privato è preponderante nel soddisfare il principio di sicurezza dei propri beni e della propria famiglia.

Il privato può dunque utilizzare le telecamere per tenere monitorato l’accesso alla sua proprietà.

Non sussiste quindi la violenza privata sebbene ciò possa implicare la ripresa di una porzione di suolo pubblico e inevitabilmente coinvolgere i passanti  

Il privato è altresì obbligato a rispettare le prescrizioni del Codice in Materia di Protezione dei Dati secondo il GDR e Regolamento UE 2016/679.

 

 

PowerSic è specializzata nelle installazioni di sistemi di videosorveglianza ed opera nel rispetto della normativa secondo le nuove disposizioni di legge.

I nostri consulenti altamente preparati anche in materia di protezione dei dati ( GDPR e Regolamento UE 2016/679) sapranno offrirvi una consulenza specifica e rivolta a soddisfare ogni particolare esigenza. 

Powersic non vende prodotti preconfezionati.

Il cliente non deve adeguarsi al prodotto. L’intero impianto viene confezionato su misura per soddisfare completamente le sue preferenze ed esigenze senza mai trascurare la totale sicurezza.

 

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